Tra gli investimenti previsti dal PNRR emerge con enfasi un numero importante: 10 mln di euro. Saranno destinati a migliorare la partecipazione delle donne al mercato del lavoro e ridurre il divario retributivo.
A questi obiettivi l’Italia risponde adeguando la propria normativa in un’ottica di effettivo coinvolgimento delle imprese nel percorso di miglioramento della parità di genere. Segni tangibili di tale volontà sono la Legge di Bilancio 2022 e la Legge n. 162/2021, che implementano il percorso per il raggiungimento della certificazione e rafforzano le misure di tutela già introdotte nel 2006 dal Codice delle Pari Opportunità.
Non si tratta solo di ulteriori interventi a garanzia, ma anche di una modalità per le società per poter valorizzare la gender equality nel contesto lavorativo, promuovere l’immagine aziendale e usufruire di interessanti opportunità di risparmio.
Ma che cosa prevede la normativa attualmente vigente?
Le aziende al di sopra dei 50 dipendenti possono dotarsi di una certificazione di parità, con la quale viene attestata l’implementazione di misure concrete per ridurre il divario di genere in relazione alle opportunità di crescita in azienda, di mansioni, alla parità salariale, alle politiche di gestione delle differenze di genere e alla tutela della maternità. Secondo il piano nazionale ad ottenere la certificazione dovranno essere almeno 800 aziende, di cui almeno 450 piccole e medie.
Quello che può apparire come un aggravio per le aziende, può invece rivelarsi un’opportunità di miglioramento e di risparmio e questo perché, il possesso di tale certificazione, rilasciata da uno degli enti accreditati da Accredia, dà diritto a un bonus contributivo. Tale bonus vale sia per le aziende sopra i 50 dipendenti che per quelle con un minor numero di dipendenti.
Sgravio contributivo: quanto possono risparmiare le aziende certificate?
Al momento siamo in attesa di ulteriori specifiche da parte del legislatore in merito all’applicazione dell’agevolazione contributiva ma vediamo a chi è rivolta e cosa prevede:
- è un’agevolazione per le aziende private;
- è pari al massimo all’1% della contribuzione complessivamente dovuta dal datore di lavoro (ferma restando l’aliquota di computo delle prestazioni pensionistiche);
- indica la soglia massima del bonus di cui potrà godere ogni singola azienda è pari a 50 mila euro annui, riparametrato e applicato su base mensile.
Le risorse stanziate per il 2022 sono pari a 50 milioni di euro ma il legislatore lascia intendere che le stesse verranno incrementate nei prossimi anni, anche in virtù di eventuali interventi che garantiranno risorse a quelle aziende che vorranno dotarsi di un sistema di gestione per la parità di genere.
AGGIORNAMENTO 30 novembre 2022:
È stato pubblicato il decreto interministeriale del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, firmato il 20 ottobre 2022, che stabilisce i criteri e modalità di applicazione delle agevolazioni per le aziende che ottengono la certificazione di parità di genere.
Non sarà attribuito automaticamente ma sarà necessario presentare apposita domanda telematica all’INPS dal quale si attendono le relative istruzioni operative.
AGGIORNAMENTO 28 dicembre 2022:
Esonero contributivo per le aziende che hanno conseguito la certificazione della parità di genere, al via le domande!
La circolare INPS n. 137 del 27.12.2022 fornisce le istruzioni operative per i datori di lavoro che hanno conseguito la certificazione UNI/PdR 125:2022 entro il 31.12.2022, mentre per le annualità successive l’Istituto fornirà ulteriori indicazioni alla luce degli esiti della prima fase applicativa.
Da martedì 27 dicembre e fino al 15 febbraio 2023, le aziende certificate possono presentare la domanda di esonero utilizzando il modulo di domanda online “PAR_GEN”, disponibile sul sito INPS alla sezione “Portale delle Agevolazioni” (ex DiResCo).
Per i prossimi anni, sono previsti ulteriori incentivi e voucher per sostenere i costi di certificazione e consulenza per l’implementazione del sistema di gestione per la parità di genere.
Il sistema premiale per le aziende certificate
Oltre al bonus contributivo, la norma prevede anche la possibilità di accedere a un sistema premiale. Verrà infatti riconosciuto un punteggio di merito per la valutazione da parte delle Autorità competenti della concessione di aiuti di stato e di finanziamenti pubblici e, nell’ambito di bandi di gara, avvisi o inviti a procedure per l’acquisizione di servizi, forniture, ecc, il possesso di tale certificazione potrebbe garantire all’azienda un miglior posizionamento in graduatoria.
AGGIORNAMENTO 14 Aprile 2023:
Dal 1 Aprile 2023 è in vigore il nuovo Codice dei Contratti pubblici (D.Lgs. 31 marzo 2023, n. 36 in GU n. 77 del 31-3-2023) che conferma la Certificazione della Parità di Genere, ai sensi della UNI PdR 125:2022, come requisito per ottenere un punteggio maggiore nei bandi di gara, negli avvisi e negli inviti.
Le disposizioni del nuovo Codice degli appalti avranno efficacia a partire dal 1 Luglio 2023.
FIABILIS Italia
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